| Affrontare i primi livelli in un torneo di Texas Hold'em |
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Non tutti i giocatori di poker (sia professionisti di gioco live, che comunque buoni giocatori) affrontano nella stessa maniera l'inizio di un torneo. Abbiamo chiesto a molti giocatore di un livello molto alto, tra cui anche "campioni del mondo WSOP", quale secondo loro è la strategia migliore per affrontare i primi livelli di un torneo live, nel day uno.
Alcuni giocatori hanno ben chiara la strategia da adottare prima ancora di sedersi al tavolo, taluni la decidono al momento studiando continuamente il tavolo e addirittura cambiandola a seconda dell'avversario da affrontare. Quasi tutti hanno comunque provato a variare il loro approccio nel tempo, provando a volte una strategia più tight (chiusa) e a volte più loose (aperta). Ne conosco più di uno che addirittura mi ha consigliato di saltare completamente il primi due o tre livelli di gioco, in questo modo si risparmiano energie sia fisiche che mentali (magari dormendo qualche ora in più), con un vantaggio concreto in vista di un torneo che può durare diversi giorni. Diversi professionisti, in effetti, prendono alla lettera questo metodo, seguendola in modo religioso e presentandosi al tavolo con uno stack che ha perso solo qualche blind (buio). I punti a favore di questa tecnica sono, come abbiamo detto, per primo aver riposato qualche di più degli antagonisti al tavolo verdi, ma esistono perlomeno altri 2 buoni motivi a nostro favore. Il primo è rappresentato dell'aver saltato quei livelli tipicamente bassi di blind dove in un torneo deep stack si può avere la tentazione di entrare in gioco con un ampio range di mani e quindi rischiare di assottigliare il proprio stack senza accorgesene troppo. Questi sono anche i tipici livelli dove è più facile subire una bad beat, per esempio farsi scoppiare un monster hand (A-A, K-K) " in quanto i nostri avversari più aperti (loose) avranno meno timore di chiudere il progetto del loro punto. Farsi battere in questo modo nei primi livelli per colpa di un avversario che ci segue fuori "odds" può compromettere il nostro torneo, anche se non si è perso tutte le nostre chip, o addirittura in modo definitivo (player-out). Il secondo buon motivo nell'arrivare dopo dell'inizio del torneo è quello che si definisce "aumento del disordine delle chip". Quando infatti si arriva al tavolo con un paio di ore dall'inizio del torneo ci troveremo in una situazione in cui gli stack dei nostri avversari non sono tutti uguali come quando viene dato lo shuffle-up-and-deal. Si è passati da uno stato "ordinato" in cui tutti i giocatori avevano lo stesso numero di chip (l'inizio del torneo) a uno stato del tutto disordinato,dove i partecipanti hanno un diverso stack. Questa situazione creerà delle diverse dinamiche, con la possibilità di giocare in modo molto più attento e personalizzato, cambiando la nostra strategia a seconda dell'avversario, una variante di strategia di gioco che inoltre ci terrà molto più attenti mentalmente. In questa situazione potremmo già individuare eventuali dead money tiltati sui quali varrà la pena di giocarsi grandi piatti o eventuali short tight sui quali potremmo fare più facilmente pressione. Arrivare in ritardo al tavolo è comunque una strategia ben funzionante solo per i giocatori molto preparati e forti (infatti abbiamo parlato di campioni di poker), capaci di adattarsi presto al tavolo rubando informazioni molto utili per ogni avversario anche senza averli visti all'opera all'inizio torneo. Una strategia più generale potrebbe essere di certo quella di foldare comunque le prime fasi del torneo (Texas Hold'em o Omaha) standosene buoni buoni, in una fase di stallo ma rimanendo concentrati e senza perdere di vista i nostri avversari, per recepire e catturare tutte le informazioni necessarie e da utilizzare nel proseguo del torneo a nostro favore. Oltre a pasticciare coi i ritmi di sonno molti di voi su staranno chiedendo: "Ok, indipendentemente da quando arrivi al tavolo, come dovrei affrontare i primi livelli? Tight o loose?. La risposta universale, a questa domanda naturalmente non c'è. Gli stessi campioni di poker spesso sperimentano e cambiano queste strategie (nello stesso torneo o in tornei diversi). Ovviamente spesso questa è la loro vera bravura rispetto a giocatori meno abili. L'adattamento al al tavolo pian piano è fondamentale, se avete avversari che commettono diversi errori e sono ben disposti a pagarvi a caro prezzo con un colore J-high allora giocate tight e aspettate di avere un buon nuts tra le mani (mano vincente sicura). Non cadete nell'errore di sottovalutarli mai troppo però, e il fatto che li abbiate visti portare a casa piatti con colore J-high non vi induca in tentazione a giocare contro di loro tutte le vostre chip quando ne avete uno K-high voi. Di solito succede che finirete al verde prima del terzo livello, senza sapere perché avete preso quella decisione, che in altro momento non avreste mai preso! In definitiva, se non siete già campioni del mondo mi sento di suggerirvi di utilizzare i primi livelli soprattutto per raccogliere più informazioni che chip dai vostri avversari, presentadovi al tavolo fin dall'inizio e, come dice Gus Hansen nel suo libro: "Non perdetevi niente". Abbandonatevi all'atmosfera, sentite la gente all'interno della poker room, controllate le vostre emozioni, osservate i vostri antagonisti, ma cosa più importante giocate a poker! Altre notizie |
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